QUAL E’ IL MOMENTO MIGLIORE PER COMINCIARE UNA CAMPAGNA DI PUBBLICHE RELAZIONI?
13 Dicembre 2023Autenticità nelle Pubbliche Relazioni: l’ingrediente che non può mancare per costruire connessioni genuine, fiducia e fedeltà
5 Febbraio 2024Non esiste una sola risposta. La risposta giusta è: dipende. Da tanti fattori. L’importante è essere informati per poter fare una scelta consapevole.
OUTSURCING: SÌ O NO?
L’outsurcing è sicuramente una delle macrotendenze più accentuate, che comporta la scelta di affidare a fornitori esterni specializzati la gestione di determinate attività. Semplificando al massimo, al limite della banalizzazione, potremmo affermare che significa decidere di concentrarsi sull’attività core dell’azienda e lasciare che siano invece altri a gestire le funzioni complementari, esternalizzandole in modalità permanente e non saltuaria, in modo che ognuna di esse sia svolta da uno specialista, guadagnandone in esperienza e qualità, ma anche in efficienza.
La comunicazione – che si compone a sua volta di un ampio ventaglio di attività anche molto diverse tra loro – è da sempre normalmente esternalizzata. Essendo una professione relativamente giovane, per molti anni in passato è stato oggettivamente difficile trovare sul mercato del lavoro singole persone con grande esperienza in questa attività, poiché la maggior parte dei professionisti “crescevano” all’interno delle agenzie di comunicazione. Solo le grandi aziende o enti si dotavano magari di figure interne specializzate. Ora che la professione della comunicazione è diventata più matura e che l’avvento prepotente del web, e soprattutto dei social, ha fortemente contribuito a “sdoganare” le attività di comunicazione, il mercato è saturo di professionisti della comunicazione. Ma, tornando alla premessa, comunicazione vuol dir tutto, perché della comunicazione fanno parte tantissime diverse attività, ognuna con i suoi obiettivi strategici e modalità operative differenti.
Dunque, prima di tutto bisogna conoscere bene sé stessi, la propria azienda con le sue caratteristiche specifiche e gli obiettivi da raggiungere, per poi poter scegliere tra le diverse opzioni di comunicazione – conoscendole, appunto – quella o quelle più adatte alla situazione singola. Un ufficio stampa è qualcuno che svolge un lavoro diverso da un social media manager o da un web editor.
COSA DEVE SAPER FARE UN BUON UFFICIO STAMPA?
Nell’immaginario comune, un ufficio stampa è chi scrive un comunicato stampa e lo diffonde.
Nel nostro ideale, un ufficio stampa è chi ha la competenza, sensibilità ed esperienza per saper gestire a 360° e in modo responsabile le informazioni di un’azienda, ente, associazione o qualsiasi altro soggetto in modo da trasformare le azioni in notizie, rispondendo a una precisa strategia e governandole con consapevole lucidità adattandole ai diversi canali e strumenti di comunicazione.
Un ufficio stampa esterno è un singolo professionista o una società con più professionisti che ha lavorato e lavora per tanti clienti, ha accumulato esperienze variegate, con molteplici tipologie di azienda, ha instaurato relazioni di fiducia di lunga data con i giornalisti e conosce le dinamiche dei mezzi di informazione, l’operatività quotidiana delle redazioni. Proprio per l’ampia e variegata esperienza costruita negli anni, può contare su un ampio repertorio di situazioni già vissute grazie alle quali è in grado di pianificare le azioni da mettere in campo e di gestire eventuali imprevisti. Difficilmente un professionista singolo internalizzato può arrivare ad aggregare un bagaglio conoscitivo di tale portata. Ne esistono alcuni, ma sono pochi e, giustamente, sono contesi e il loro valore di mercato è altissimo.
VANTAGGI DI UN UFFICIO STAMPA ESTERNO
Di base, scegliere di avvalersi di un ufficio stampa esterno comporta gli stessi vantaggi dell’outsurcing in generale, come ad esempio: qualità, esperienza, aumento della flessibilità, riduzione dei costi di personale, risparmio di tempo e denaro (per la formazione del personale interno, ad esempio), aumento dell’efficienza… A questi se ne aggiungono altri, più specifici. Tra questi: diventare un cliente tra i clienti di una società di comunicazione significa anche entrare a far parte di un network di aziende tra le quali è possibile attivare delle sinergie, se non vere e proprie collaborazioni; affidarsi a una società esterna significa vedere la propria azienda e le proprie azioni con occhi esterni più oggettivi e quindi poter soppesare meglio, con un approccio più critico, i propri contenuti e le attività di comunicazione, evitando eventuali rischi, ma anche ottimizzando ogni singolo investimento e valorizzando ogni singola azione; lavorando con una società esterna si allarga la propria rete ad una serie di altre società e professionisti che forniscono servizi collaterali alla comunicazione, potendoli agganciare in tempi più rapidi in caso di necessità, avendo accesso a una scelta di potenziali fornitori già selezionati.
VOGLIO UN UFFICIO STAMPA ESTERNO: LO CERCO SPECIALIZZATO NEL MIO SETTORE?
Annosa questione anche questa! Un professionista o una società di professionisti specializzati in un settore merceologico ha il sicuro vantaggio di conoscere in modo verticale il settore e di avere relazioni molto solide con i giornalisti e le testate specializzate nel medesimo settore. Per fare un esempio pratico: l’ufficio stampa specializzato da tanti anni nella moda conoscerà benissimo i tempi tecnici dei lanci delle nuove collezioni e conoscerà vita, morte e miracoli di ogni giornalista esperto del medesimo settore, sia delle testate generaliste che delle testate specializzate (di settore, appunto). Un ufficio stampa specializzato nella moda lavorerà per la nostra società e per altre case di moda.
Un ufficio stampa non specializzato ha aggregato nel tempo e attraverso i professionisti di cui si compone esperienze diverse in settori diversi, talvolta anche molto distanti tra loro. Di alcuni settori potrà aver accumulato esperienze più durature e costanti (un ufficio stampa non specializzato ha sicuramente uno o un paio di settori più caratterizzanti) di altri esperienze più brevi e sporadiche. L’insieme delle esperienze fa sì che conosca dinamiche specifiche di alcuni settori, ma anche dinamiche trasversali ai diversi settori, che quindi conoscerà in maniera più approfondita e completa rispetto alla specializzazione. Un’esperienza variegata comporta una conoscenza più ampia del panorama dei media, delle dinamiche delle redazioni e, in generale, una rete di contatti con i giornalisti molto più ampia e variegata. Rispetto alla specializzazione, questo comporta almeno due principali vantaggi: da un lato, la possibilità di sfruttare un patrimonio di contenuti aziendali più ampio, perché avendo conoscenza dei diversi settori il professionista riesce a captare la “notiziabilità” di quei contenuti che non riguardano solo e strettamente il settore merceologico di appartenenza; dall’altro, quello di avere accesso a una rete di contatti con i giornalisti molto più ampia a cui poter proporre i contenuti dell’azienda, anche e soprattutto quelli che non riguardano solo ed esclusivamente le dinamiche specifiche del proprio settore.